Published On: gio, Mar 10th, 2016

A Innsbruck c´è una ricercatrice Serena di nome e di fatto

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Serena è una ragazza molto in gamba ma allo stesso modo anche molto semplice. L’ho conosciuta negli ultimi due anni qua a Innsbruck. La sua genuinità disarmante mi ha portato a chiederle di concederci del tempo e sono molto grato per averci concesso questa intervista. Vediamo di conoscerla meglio e di capire come è arrivata a Innsbruck.

Serena, quanti anni hai e che tipo di studi hai fatto e da dove vieni?

Ho 28 anni, vengo da un paesino in provincia di Varese e ho studiato biologia sanitaria per i primi 3 anni a Varese e neurobiologia come specializzazione di 2 anni a Pavia.

Cosa ti ha fatto decidere di venire a Innsbruck?

Ho deciso di venire ad Innsbruck perchè alla fine della mia specializzazione ho sentito l’esigenza di fare un’ esperienza all’estero (rimanendo comunque in Europa). Ho iniziato quindi ad inviare CV per intraprendere un dottorato di ricerca nell’ambito delle neuroscienze (utile anche per un percorso lavorativo in azienda). Ho mandato CV in tutti i laboratori/università che proponevano progetti interessanti e alla fine ho scelto Innsbruck o meglio, lei ha scelto me 🙂 ho fatto colloqui anche in altri laboratori ma quando mi hanno presa ad Innsbruck ho accettato subito! Mi piaceva molto il progetto e anche la mia responsabile mi ha fatto subito una buonissima impressione! Credo fermamente che l’ambiente lavorativo sia fondamentale per una buona resa e per mantenere una certa serenità in ciò che, volente o nolente, occupa una ingente parte nella vita di ogni persona!

Come ti trovi a livello lavorativo? Cosa fai esattamente?

Per quanto riguarda il mio ambiente lavorativo mi trovo bene. Ho conosciuto delle belle persone alcune delle quali considero ad oggi amiche. Di cosa mi occupo esattamente? Sono una ricercatrice e sto portando avanti dei progetti di ricerca volti a studiare e, nella migliore delle ipotesi, a combattere una patologia che si chiama atrofia multisistemica, una patologia rara neurodegenerativa della quale purtroppo si conosce ancora poco, soprattutto a livello terapeutico. Nel discorso lavorativo ci metto anche il fatto che a differenza dell’italia qui il dottorato di ricerca è dignitosamente retribuito!

Che ci dici del tuo tedesco? A che livello sei? Dove l’hai imparato?

Il mio tedesco…ho fatto un corso di tedesco un paio di mesi dopo il mio arrivo ad Innsbruck. Premetto che no l’ho mai studiato e quel corso intensivo di un mese è servito a poco! D’altra parte ho sempre pensato sarebbe stato stupido non cogliere l’opportunità di imparare una nuova lingua e quindi, nonostante al lavoro parli inglese, ho deciso di iniziare a parlarlo con i colleghi e con amici austriaci, di trovare una tandem (una ragazza con cui praticare io il tedesco e lei l’italiano) e di fare pratica cosi, “semplicemente” parlandolo, usando e ascoltando molto tutto ciò che sentivo attorno a me. Ora ho un buon livello di comprensione e riesco a farmi capire quando parlo ma a breve, per dare una sterzata decisiva inizierò un corso di B1. L’università mette a disposizione dei corsi gratuiti per gli studenti e per chi, come me, sta facendo un dottorato, ottiene da questi corsi dei crediti necessari a portarlo a termine (cosa che rende ancora più allettante l’idea del corso 🙂 )

Quanto pensi di rimanere in Austria?

Quanto rimarrò in Austria ancora non lo so. La mia idea è di finire il dottorato tra circa un anno a mezzo qui ad Innsbruck e poi si vedrà. Ho delle idee in testa ma si sa, i progetti di vita possono sempre cambiare e chi intraprende un tipo di scelta come quella di andare all’estero lo sa bene 🙂 Diciamo comunque che non escludo una permanenza in Austria ma magari in una città più grande come Vienna.

Come ti sentivi prima di cambiare vita e di venire qua?

Ho sempre sentito la necessità di vedere cosa ci fosse al di fuori del mio paesotto nonostante li, con la mia famiglia ed i miei amici sia sempre stata felice. Di fatto ho imparato che le persone legate a te profondamente in un modo o nell’altro rimangono e questo mi ha permesso di prendere la decisione di partire con una leggerezza d’animo maggiore e con la consapevolezza di avere dei fermi punti di riferimento, faro luminoso nelle situazioni in cui da espatriato ahimè ti senti un po’ perduto.

Come è stato l’inizio? Lingua nuova, posti nuovi e gente nuova? E´ stato facile fare amicizie?

Mi sono trasferita ad Innsbruck da sola, in un posto dove non conoscevo nessuno e con una lingua non propriamente amica da comprendere. Non è stato un inizio facile insomma ma credo anche che situazioni di questo tipo ti aiutino ad uscire dal guscio come si suol dire e da quel mondo ovattato e meraviglioso certo, basato sulla tua famiglia e sulle amicizie di una vita. Sono stata spronata, direi obbligata (anche se con un’accezione positiva del termine) ad intrecciare conoscenze con persone nuove e in situazioni nelle quali prima non sarei riuscita ad espormi o comunque non in maniera così spontanea forse ho imparato a vedere ogni persona che incontro come un maestro, come una persona che possa sempre insegnarmi qualcosa, positivo negativo che sia. Insomma alla fine posso dire di essermi integrata bene, certo devo ancora migliorare il mio tedesco ma posso dire nonostante ciò di essere riuscita ad instaurare amicizie profonde e conoscenze che stanno crescendo sempre di più. A volte ti imbatti in differenze culturali/di mentalità si ma poi ti rendi conto che non esista differenza che tenga quando c’è l’entusiasmo di conoscere, scambiarsi idee e opinioni, di condividere un pezzo di vita che duri un minuto o che duri per sempre.

Cosa vorresti dire a chi sta pensando di fare il passo di trasferirsi?

A chi pensa di trasferirsi dico che al di la dei motivi lavorativi che possono chiaramente spingere una persona a decidere di fare questo passo, ce ne sono altri da tenere in considerazione, come la possibilità di imparare a guardare con occhi diversi ma non per questo sbagliati, la possibiltà di vedere ogni situazione come un’opportunità e la possibilità di assecondare quella spinta di curiosità/necessità che porta a prendere una decisione di questo tipo. Ci vuole convinzione e determinazione con la certezza che la conseguente crescita personale e umana che ne deriva, sarà una stupenda ricompensa 🙂

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