Published On: ven, Feb 5th, 2016

Giovani artisti emergenti, I CANNATELLA alla fiera dell’arte di Innsbruck

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Ho conosciuto Veronica quando ancora lavoravamo nella stessa azienda a Innsbruck, una ditta italiana poi purtroppo la ditta si è trasferita e piano piano abbiamo dovuto tutti cercare di seguire un altro cammino, ognuno il suo. Lei, che nasce in una in una famiglia di ferrovieri…una famiglia dove tutti sono normalissimi lavoratori ma che hanno ereditato un talento artistico e lo esprimono con tecniche artistiche diverse…chi dipinge oppure chi fa fumetti ha deciso grazie alla selezione naturale di buttarsi nel cammino dell’arte, vediamo di conoscerla meglio e di farle un paio di domande.

Ciao Veronica, quanti anni hai e che tipo di studi hai fatto?

Ciao Enzo, mi sono laureata nel 2003 in Economia e gestione delle imprese turistiche a Catania. Da scappina innata o peri longu (“piede lungo”, che nel lessico siciliano significa “una che è sempre in giro”) dal 2004 vivo lontana dal territorio bianco rosso e verdone (…uno dei miei film italiani preferiti!). Fatevi due calcoli e potrete capire quanti anni ho! Tanto ne dimostro meno…

Come sei approdata in Austria?

Una delle mie sfide personali è quella di riuscire a parlare 5 lingue prima del compimento dei 35 anni: l’inglese ha fatto parte della mia prima esperienza all’estero a Dublino; il tedesco ho cominciato a studiarlo all’università; al momento di scegliere la destinazione per il progetto Erasmus ho deciso di lanciarmi per la mia seconda esperienza all’estero con la lingua spagnola. Dopo quasi sette anni in terra spagnola e per una serie di circostanze fra cui: conoscere una cultura completamente opposta alla mia e a quella spagnola, riavvicinarmi a mia madre (residente a Klagenfurth) e a mia sorella (ad Alessandria), imparare il tedesco, praticare lo sci e lo snowboard, stare al centro d’Europa…ho accettato un lavoro presso un’azienda in ambito internazionale di Innsbruck.

Come hai imparato il tedesco?

Non è stato facile imparare il tedesco, anzi, ancora oggi è uno sforzo continuo. Sono convinta che ci siano tanti fattori che condizionano la velocità di apprendimento: lavoro, età, predisposizione, compagnie, forza di volontà e…dialetti. Prima di scegliere Innsbruck non avevo assolutamente considerato in che misura avrebbe potuto pesarmi il dialetto tirolese. L’azienda dove ho lavorato per tre anni utilizzava prevalentemente la lingua italiana e l’inglese e anche gli orari di lavoro non permettevano di dedicarsi all’apprendimento del tedesco…che conoscevo a livello base.
Poco più di un anno fa, approfittando di un periodo di disoccupazione, sono stata inserita dall’AMS (Arbeits Markt Service, ufficio di collocamento) in un corso di tedesco per sette mesi. Al termine del corso ho conseguito il livello di B2, ma sempre senza conoscere il famoso dialetto, utilizzato ovunque a Innsbruck. Eppure qualcuno mi riferisce che possiedo un accento leggermente tirolese: evidentemente, seppure in modo inconsapevole, mi ha condizionata.

Qual è, invece, la tua opinione sugli aspetti sociali e personali?

Credo che l’apprendimento della lingua sia molto legato alla socialità con i residenti austriaci. Un cugino di mia madre, da tanti anni in Carinzia, mi disse “Sei matta a rimanere a Innsbruck! A differenza della Carinzia sono meno amichevoli!”. Non ho molti amici austriaci e non è facile averli, ma quei pochi sono veramente disponibili.
Credo che IBK sia un’ottima città per studenti. Mi manca ancora una reale esperienza lavorativa in un’azienda tirolese, ma le voci che mi arrivano dai miei coetanei non austriaci come me sono sempre di difficoltà a livello di integrazione sociale.
Credo che ovunque si viaggi bisogna adattarsi alla cultura e accettarla cosi com’è per poterci convivere serenamente, e naturalmente impararne gli aspetti positivi. A livello individuale, però, ogni straniero ha una propria capacità di tolleranza e sopportazione nei confronti della società in cui si trova a vivere. Adesso posso dire di aver trovato i miei equilibri, ma non nego di avere avuto, come in tanti del resto, i miei momenti di solitudine.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Ti vedi ancora in Austria?

Nel 2014 i miei progetti futuri sono stati completamente stravolti. Ho perso il lavoro e ho chiuso una relazione molto importante, e questo mi ha costretta a ricominciare da zero. Ho utilizzato questo periodo di studio per ricaricarmi di energie, riordinare le idee e dedicarmi a qualche progetto a livello individuale. Uno di questi è ICANNATELLAfamiglia di artisti vulcanici, una piccola iniziativa che è partita lo scorso Novembre: si tratta di un’etichetta che fa riferimento ad artisti autodidatti appartenenti alla mia famiglia. Ho tratto forza e ispirazione dal fascino affettuoso della tipica famiglia siciliana, sono riuscita a ricostruire un rapporto solido con tutti i membri, alcuni dei quali, come me, non vivono più a Catania, e soprattutto ho messo in esercizio la mia creatività, stimolandomi e spingendomi a superare i miei limiti. È stata determinante la collaborazione di mia sorella Paola, che si occupa di grafica e design, e ha curato numerosi aspetti dell’immagine e della comunicazione della nostra etichetta. Nel frattempo sto sempre cercando un lavoro (sarebbe bello lavorare proprio nelle fiere d’arte e viaggiare!), cercando nuovi spazi per il mio progetto e sempre migliorando il mio tedesco. Devo dire che da quando vivo i loro ritmi ed ho superato la barriera della lingua, la qualità della mia vita è migliorata.

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So che hai partecipato alla fiera dell´arte di Innsbruck, dev´essere stata una grande emozione!

Un esempio di riscontro positivo, è stata proprio la risposta da parte di tutte le persone austriache con le quali ho interagito per quanto riguarda il progetto de ICANNATELLA. Una di queste, la direttrice di ART INNSBRUCK, Johanna Penz, che entusiasta mi ha permesso di partecipare a questa fiera nella sezione speciale, nonostante non fossi “coperta” da una galleria d’arte. Per me è stata un’esperienza incredibile, dopo mesi di preparazione (sito internet, cataloghi, stand, social network, creazioni, comunicazioni e coordinazione con i membri della famiglia), ho avuto il mio posto all’ART INNSBRUCK costruendo uno stand dall’aspetto grazioso e professionale. Ho ascoltato le opinioni della gente e ho avuto confronto e contatti con artisti di altissimo livello. E sì, l’ultimo giorno della fiera, nel bel mezzo di quel museo di meraviglie, qualcuno ha scelto di acquistare proprio uno dei miei quadri!

Quali sono per te i vantaggi e gli svantaggi di andare a vivere Austria?

Vorrei menzionarne solo un paio, per me molto significativi. L’amministrazione pubblica è molto efficiente. Se penso a quanto tempo si perde in Italia per comprendere anche solamente una lettera della TARSU! Qui riesci a prendere una licenza per la gestione di un’attività o per il lavoro in poche ore…
Mi mancano molto la frutta e la verdura fresca…per non parlare del pesce. Almeno, il Tirolo è molto vicino all’Italia. Giusto a soli 37 km. A volte mi mancano il mare e il mio vulcano. In compenso, a Innsbruck esistono numerosi spazi sociali per attività sportive, culturali etc., anche all’avanguardia, e la possibilità di accedervi con facilità.

Hai qualche consiglio da dare a chi vuole venire in Austria ma non sa ancora il tedesco?

Il mio consiglio è sempre quello di scegliere innanzitutto un paese per andarci a vivere e non quello di trovare lavoro a tutti i costi in un paese che non si riesce ad amare…per poi lamentarsi di continuo e sognare ogni giorno solo il momento in cui andare via. Se stai male nel paese dove vivi, imparare la lingua finisce per diventare impossibile. In Austria ho vissuto per tre anni conoscendo bene solo l’inglese. Lo parlano in molti, ma imparare il tedesco è fondamentale per avere molte più opzioni di lavoro.

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