Published On: mer, Apr 8th, 2015

Dai libri di ingegneria, all’ Austria…ecco la storia di Marco

Compiere un grande passo come quello di allontanarsi dalla propria terra e dalle persone più care, ben consci e consapevoli di tutto ciò che ci si lascerebbe alle spalle, è spesso ostacolato dalla paura dell’ignoto, un grosso punto interrogativo sul come cambierà la propria vita, cosa questo grande innovazione porterà. Aggiungendo poi l’aggravante che per compiere questo difficile passo talvolta, si è per giunta da soli, la paura si ingigantisce spropositatamente fino a bloccare.

E’ proprio in quel momento che ascoltare o leggere le esperienze di chi “ci è passato prima”, non solo può risultare di grande conforto, ma fungere anche da stimolo per trovare la forza per compiere una scelta. Così Marco ci racconta la sua positiva esperienza sul tanto chiacchierato “mondo lavorativo austriaco”.

Ciao Marco, quanti anni hai e che tipo di studi hai fatto?

Buongiorno a tutti, ho 27 anni e ho conseguito da poco la Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica presso l’Università degli studi di Napoli Federico II con il massimo dei voti, ossia 110/110 e lode e il mio programma era di ripartire, subito dopo la laurea, per Stoccolma dove ho svolto il mio elaborato di tesi, per continuare a lavorare sullo stesso, ma come dottorando di ricerca.

Come sei approdato in Austria?

Prima ancora di conseguire la laurea, sono stato chiamato a Villach per  un colloquio, presso la sede dell’Infineon Technologies, per una posizione come ingegnere di supporto in Analog Mixed Signals. Il tutto si è svolto in tempi da record e dopo l’esito positivo del nostro incontro, mi hanno offerto un contratto a tempo indeterminato presso di loro. Dato l’ambiente che si era presentato, e soprattutto dato il calore e la simpatia con cui sono stato accolto dal mio manager, proprio durante il colloquio stesso, ho rifiutato il progetto di Stoccolma, per poter intraprendere questa fantastica nuova avventura.
E quindi, eccoci qua! Felicemente in Austria a dare il mio contributo per questa importantissima azienda nel campo dei semiconduttori, cosa che in Italia avrei solamente sognato.

Quali sono le tue impressioni, su questa tua nuova vita lavorativa?

Sono stato accolto nel mio gruppo di lavoro come un fratello. Il mio manager è una persona eccezionale, sempre disponibile per qualunque problema e sempre presente di fronte alle mie difficoltà. Ci tengo a sottolineare questo perché in Italia, anche a un professore, devi sempre dargli del Voi, altrimenti si viene discriminati. Invece ora ho instaurato un rapporto oltre che di lavoro, anche di amicizia con il mio superiore, che  mi aiuta in tutto, qualunque sia il problema che incontro durante la vita lavorativa. Mi tutela nel vero senso della parola. Non avrò mai modo di mostrare tutta la mia gratitudine nei loro confronti, se non dare il massimo per contribuire al successo dell’azienda, e dove spero lavorerò per sempre.

Qual’è, invece, la tua opinione sugli aspetti sociali e personali?

L’ambiente mi piace tanto, anche perché sono riuscito a trovare ciò che in Italia sognavo fin da bambino, ossia, meritocrazia, libertà di espressione ed opinione, civiltà, sanità, e sistema funzionante. Ovviamente penso che, come in tutti i paesi del mondo, anche qui ci saranno dei problemi a me ancora non noti, ma per ora posso solo che parlarne in positivo.

Soprattutto, per una persona che viene dal sud italia, vedere un tasso di criminalità praticamente pari a zero, ti fa davvero, venire voglia di fare il prima possibile una famiglia, per dare l’opportunità anche ai miei figli di crescere in un sistema degno di nota.

Grazie al mio manager, e grazie anche ad una cara amica conosciuta nel gruppo, sono riuscito ad ambientarmi sia nell’azienda, che nella vita di Villach molto velocemente. Ho conosciuto molti ragazzi italiani con cui mi frequento assiduamente, notando stranamente di avere più amicizie, e per lo più sincere, di quante ne abbia avete in 27 anni della mia vita in Italia. Sarà forse perché tutti siamo andati via con la stessa speranza e, come si suol dire, “navigando sulla stessa barca”, ma davvero devo riconoscere che tutto è sembrato diverso fin dall’inizio, anche dal punto di vista delle amicizie che ho avuto e che continuo a costruirmi.

Inoltre qui tutto è facile: dal semplice pagamento di una bolletta, all’ottenere un finanziamento per l’acquisto di una macchina. Cosa che in Italia sogni e sognerai per tutta la vita. Vuoi un auto? Usa quella di tuo padre, perché la banca non ti finanzia neanche 10 € se non porti lo storico di 10000 anni, compresi i nonni che hanno fatto la guerra coi Templari.

Come te la cavi con la lingua tedesca?

Per quanto riguarda la lingua, sono in Austria da solo 4 mesi e il tedesco lo conosco davvero poco. Ho cominciato un corso in azienda e sicuramente continuerò anche in qualche scuola esterna per migliorare, oltre che provare ad esercitarlo con amici e colleghi.

Ovviamente lavorando in una multinazionale, l’inglese è più che sufficiente, in quanto ti trovi a comunicare con colleghi di tutte le parti del mondo che non conoscono il tedesco, ma comunque resta una mia meta da conseguire, anche perché imparare è sempre stato un obiettivo da fin quando sono nato.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Ti vedi ancora in Austria?

Beh..l’Austria è davvero un paese bellissimo, che mi ha accolto come un figlio e dato l’opportunità di mostrare chi sono e dare il mio contributo nel campo che ho sempre amato da quando mi sono iscritto alla scuola superiore. Amo questo posto e spero di restarci il più a lungo possibile. La società è delle migliori, gente educata, rispettosa, e, soprattutto, uno stato che sembra funzionare benissimo. Questo è fondamentale perché ti spinge sia a mettere in campo tutte le proprie capacità per il bene comune e migliorare sempre di più, sia a formare una famiglia, in modo da assicurare un futuro migliore non solo a me, ma anche ai miei figli, per i quali desidero, quando nasceranno, possano vivere in uno stato democratico, meritocratico e senza dover pagare il conto di un prezzo che altre persone hanno fatto al posto loro.

Cosa vorresti dire ai tuoi connazionali?

Che loro valgono, e se l’Italia oggi è un paese che non dà l’opportunità di mostrare chi si è veramente (se non hai raccomandazioni e sotterfugi di qualunque tipo), allora meglio contribuire per altri che ti danno l’opportunità di essere trattato per ciò che vali veramente.

Inoltre, spero che la mia storia possa essere di spunto per tutti gli italiani che oggi sono ancora a casa, solo a lamentarsi che non ci stà lavoro e che andare via è impossibile. Magari costruendosi delle scuse, senza basi e motivi, semplicemente per auto-giustificarsi di stare a casa sul divano in attesa di fortuna o qualche miracolo che procura loro un lavoro.

Io sono partito  con pochi soldi e con un po’ di sacrifici iniziali, ma impegnandosi e lavorando costantemente si posso davvero ottenere buoni risultati.

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- Vivo divisa fra Austria-Italia, con tutte le difficoltà che ne conseguono. Per cui se posso rendere più semplice la vita a qualcuno, non mi tiro certo indietro.